Aggiornamento GPS: la storia infinita

Già a marzo scorso era stata preannunciata come imminente l’apertura dell’istanza delle Graduatorie Provinciali delle Supplenze; a maggio inoltrato non siamo ancora in grado di dare delle date probabili sulla “finestra” di aggiornamento della procedura.

Non sono bastati due pareri del Consiglio superiore della pubblica istruzione per sciogliere i nodi; alla questione di difficile soluzione sulla validità delle domande presentate dagli abilitati e specializzati all’estero, stavolta a creare problemi è stata l’inattesa decisione di permettere a chi dichiara di voler partecipare ai corsi abilitanti iscrivendosi entro il 30 giugno la possibilità di inserirsi in I fascia con riserva, ottenendo già incarichi nell’ a. s. 2024-25. Tale riserva dovrebbe essere sciolta entro l’anno accademico 2023-24.

Quest’ultima novità è stata presentata ai sindacati il 7 maggio durante la terza informativa sull’ordinanza ministeriale che regolamenta l’aggiornamento 2024 delle GPS: ai sindacati è stato spiegato l’ennesimo cambio in itinere delle regole di attribuzione delle supplenze.

Formalmente, il nuovo regolamento dovrebbe tornare al CSPI, ma considerando i tempi ormai sempre più ristretti si potrebbe anche ovviare a questo passaggio: potrebbe essere quindi il MIM a decidere cosa fare, valutando anche in questo caso quale potrebbe essere la strada migliore per aprire all’aggiornamento senza però produrre un nuovo ulteriore contenzioso.

Il rischio del boom di ricorsi è presente, sia per la diatriba sui titoli conseguiti all’estero (in primis le specializzazioni sul sostegno) e l’intenzione di inserirli a pettine in I fascia, e ora anche per il via libera all’inserimento in prima fascia di chi non ha l’abilitazione e non è in grado di sciogliere la riserva entro fine giugno.

Ciò, alla lunga, potrebbe infatti mettere in crisi l’intero sistema delle supplenze. Il parere del CSPI, previsto dalla legge, servirebbe anche a dirimere in partenza diverse questioni giudiziarie.

Sapremo a breve quale sarà la decisione del dicastero.

Le organizzazioni sindacali, intanto, hanno chiesto un confronto sul tema.