Gilda: il sistema di reclutamento è un flop, sia per il ruolo che per i supplenti

Se molti alunni non hanno ancora tutti i professori in classe, la responsabilità è del sistema di reclutamento che fa acqua da tutte le parti. Il problema, dunque, non sta nella mancanza di docenti nelle graduatorie, ma nelle procedure concorsuali che puntualmente si impantanano. La denuncia arriva dalla Gilda degli Insegnanti, che sottolinea come dallo scorso anno a oggi siano stati banditi cinque concorsi senza che nessuno si sia concluso, con graduatorie che ancora devono essere compilate.

A rallentare le operazioni – spiega la Gilda – sono molteplici fattori: le numerose rinunce da parte dei commissari d’esame, che non possono godere di esoneri e percepiscono compensi irrisori rispetto all’impegno che viene loro richiesto; gli errori registrati negli scritti del concorso bandito nel 2020; il ritardo sulla tabella di marcia del concorso straordinario bis, che si sarebbe dovuto concludere entro il 31 agosto e, invece, è ancora in corso. La conseguenza di tutto ciò è che, rispetto al contingente previsto, le immissioni in ruolo effettuate finora sono poco più della metà.

Anche sul fronte del reclutamento supplenti si registrano notevoli disagi a causa del sistema informatizzato che in molti casi non ha rispettato i diritti di graduatoria dei docenti plurititolati con anni di esperienza. I quadri delle disponibilità, pubblicati tardi, spesso sono risultati sbagliati e molti docenti sono stati costretti a presentare domanda alla cieca o per posti inesistenti.

Oltre agli insegnanti, a fare le spese di questo sistema fallimentare – conclude la Gilda – sono anche gli studenti che subiscono il solito valzer di supplenti, con buona pace della tanto invocata continuità didattica.