Percorsi sperimentali quadriennali: MIM presenta lo stato dell’arte – Gilda critica


Durante un incontro tenutosi lo scorso 6 luglio tra rappresentanze sindacali e funzionari del MIM è stato illustrato lo stato dell’arte sui percorsi sperimentali quadriennali.

Nel corso della riunione sono stati presentati i dati relativi alle seguenti tematiche:

  • prima valutazione sulla ricaduta delle competenze degli studenti frequentanti i percorsi quadriennali;
  • monitoraggio sulla distribuzione geografica e per tipologia di scuola dei percorsi quadriennali.

Sul primo punto, dalle rilevazioni INVALSI risulta che gli esiti degli studenti nell’anno finale dei percorsi quadriennali sono un poco inferiori rispetto a quelli dei percorsi quinquennali, ma secondo l’Amministrazione potenzialmente equipollenti.

Sul secondo punto risulta che le nuove classi autorizzate sono 243 rispetto alle 1.000 previste dal decreto del ministro, quindi il 24%. Di queste il 90% sono statali e il 10% paritarie. Il 53% sono licei, il 36% tecnici e l’11% professionali. Riguardo alle classi originariamente autorizzate nel 2018, che erano 192, solo 98 sono state le sperimentazioni quest’anno rinnovate.

La Gilda degli Insegnanti ha fatto presente le seguenti criticità:

  • i dati dell’INVALSI non sono indicativi rispetto ai percorsi quadriennali perché la valutazione della ricaduta sulle acquisizioni degli studenti non può essere fatta nel breve periodo;
  • le sperimentazioni hanno senso se riguardano le metodologie didattiche mentre non possono limitarsi ad un taglio temporale (un anno di scuola in meno non è una sperimentazione);
  • manca un’informativa specifica sui quadri disciplinari, sull’organizzazione riguardo al calendario scolastico, all’orario settimanale, alla rimodulazione della offerta formativa nelle scuole dei percorsi sperimentali;
  • le richieste di rinnovo non raggiungono nemmeno la metà delle classi originariamente autorizzate e questo rappresenta un forte punto di criticità e potrebbe essere letto come un giudizio implicito da parte dei docenti e delle famiglie sulla riduzione di un anno della scuola secondaria di secondo grado;
  • poiché gli studenti che hanno partecipato alla sperimentazione quadriennale sono collocati nella stragrande maggioranza a livelli di eccellenza, ci si domanda cosa sarebbe successo se i livelli degli studenti fossero stati più attinenti a quelli medi delle classi dei percorsi quinquennali;
  • vi è la necessità di sapere quale tasso di dispersione scolastica si è rilevato nei percorsi quadriennali e quante richieste di nulla osta ci siano state;
  • la riduzione di un anno sperimentata con i percorsi quadriennali priva gli studenti di un significativo numero di ore di tempo scuola;
  • in ogni caso si rende necessaria una verifica a posteriori sulle iscrizioni all’università e sui percorsi di studio e/o lavorativi successivi degli studenti delle sperimentazioni quadriennali.

Vedremo come risponderà il Ministero alle critiche avanzate.