Decreto continuità sostegno, la sentenza del TAR
Il TAR del Lazio ha respinto il ricorso che i Sindacati FLC CGIL e GILDA avevano presentato contro il Decreto Ministeriale n. 32 del 26 febbraio 2025: ha dato ragione al Governo sulla spinosa questione della continuità didattica per i docenti di sostegno a tempo determinato.
La decisione del tribunale si fonda sulla tesi che i Sindacati non sarebbero legittimati ad agire in giudizio quando la questione non riguarda un “interesse omogeneo dell’intera categoria”, ma può dividere i docenti in posizioni contrastanti. “Gli insegnanti che aspirano ad essere confermati nell’attuale incarico – si legge nel provvedimento – hanno interesse alla conservazione delle disposizioni contestate e, pertanto, vi è una parte della categoria rappresentata presso la quale è diffuso un interesse opposto a quello di cui le Organizzazioni Sindacali assumono di farsi portatrici”.
Nelle ultime settimane abbiamo potuto vedere come il Decreto continuità sostegno stia generando pareri contrastanti e tanta confusione all’interno del mondo scolastico. Riportiamo qui di seguito il commento della Gilda a seguito della sentenza.
‘Contrari, ma le sentenze si rispettano’
In una nota, la GILDA degli Insegnanti ha così commentato la sentenza del TAR del Lazio sul Decreto continuità sostegno: “Riteniamo che le sentenze si rispettino ma probabilmente non si è capito il senso del ricorso che abbiamo presentato”. E’ quanto ha affermato il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Vito Carlo Castellana, sulla decisione del tribunale del Tar di respingere l’istanza cautelare presentata contro il Decreto Ministeriale 32/2025 che lascia alle famiglie la decisione di confermare o meno il docente di sostegno. “Siamo convinti – ha continuato Castellana – che la continuità didattica deve essere garantita ma non in questo modo”.
Il Decreto continuità sostegno comporterà un carico burocratico maggiore e tanti contenziosi
“Se si procederà con la misura del Decreto continuità sostegno, che prevede la richiesta di conferma del docente da parte della famiglia, la questione non si risolverà, al contrario, avremo problemi di contenziosi e di un carico burocratico maggiore per le scuole e uffici scolastici, paralizzando in alcuni casi le nomine, dal momento che la scuola si regge solo sui docenti non di ruolo”, ha spiegato Castellana. La Gilda degli Insegnanti lo afferma da mesi: “La continuità didattica – ha dichiarato Castellana – si garantisce solo trasformando i posti in deroga in posti in organico di diritto, e successivamente stabilizzandoli. Valuteremo comunque – ha chiuso – di tutelare caso per caso i docenti che verranno danneggiati”.
FONTE: “Scuolainforma”
ARTICOLO DI: Lara Sardi
26/5/2025