Decreto scuola PNRR, dai nuovi contratti per le università alla carta docente: tutte le novità

Il mondo dell’Istruzione cambia volto ancora una volta. Dai nidi alle università, con il decreto PNRR Scuola, approvato in queste ore dal Senato in via definitiva, arrivano quattordici novità che andranno a impattare sul sistema. Ecco uno ad uno i punti del nuovo provvedimento.

Nuove figure introdotte in campo universitario – Sono istituite due nuove tipologie contrattuali: post-doc e incarichi di ricerca. Nel decreto si prevedono incarichi di ricerca per chi ha una laurea magistrale da meno di sei anni, assegnati attraverso bandi e selezioni oppure con conferimento diretto, che prevedono assistenza alla ricerca sotto la supervisione di un tutor (durata da uno a tre anni e trattamento economico deciso da chi li bandisce, a partire da un minimo stabilito dal Ministero). Altra figura quella degli incarichi post doc per chi ha il dottorato di ricerca, assegnati attraverso bandi e selezioni, che prevedono attività di ricerca e di didattica, della durata sempre da uno a tre anni, con un trattamento economico pari a quello dei ricercatori a tempo definito. In questo modo nelle università italiane andranno così a coesistere – per diversi anni a venire – più figure aumentando la frammentazione. Per la Flc Cgil “si preclude la piena applicazione da parte degli atenei del contratto di ricerca rischiando di creare ulteriori sacche di precariato in un contesto già fortemente segnato da un’elevata percentuale di personale precario. Riteniamo che qualunque rapporto di lavoro per ricercatrici e ricercatori a termine o a progetto non può che essere inquadrato in un normale rapporto a tempo determinato, con tutte le relative tutele”.

Alloggi universitari per fuorisede – Viene incrementata di 9,5 milioni di euro per il 2025 la dotazione del Fondo affitti per gli studenti fuori sede, creato nel 2021 dal governo Conte 2. Le risorse sono destinate a sostenere i ragazzi con Isee al di sotto dei venti mila euro, che non ricevono altri contributi pubblici per gli alloggi. Vengono modificati i criteri di accesso per valorizzare il merito e per evitare le inefficienze registrate fino ad ora: per accedere al beneficio lo studente non deve aver accumulato più di un anno fuoricorso.

Norma contro i diplomifici – Sono stati introdotti limiti più stringenti per l’attivazione delle classi terminali collaterali e da ora è vietato sostenere nello stesso anno due differenti esami anche in istituti di tipo diverso. Inoltre ci sarà l’obbligo per tutte le scuole statali e paritarie di adottare la pagella elettronica, il registro online e il protocollo informatico. Una misura applaudita da quasi tutti i sindacati. “Una battaglia – spiega il coordinatore nazionale della Gilda Vito Castellana – che anche la nostra organizzazione persegue da sempre e che ora finalmente vede impegnato anche il governo nel garantire un’istruzione di qualità, sia per i nostri studenti, sia per tutti gli insegnanti che con sacrifici, dedizione e soprattutto studio, si impegnano per trasmettere cultura”. Di maggiore trasparenza parla anche il numero uno della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile mentre per la segretaria della Flc Cgil, Gianna Fracassi le scelte adottate “sono del tutto insufficienti a contrastare fino in fondo il fenomeno dei diplomifici e delle certificazioni false”.

Riforma degli istituti tecnici – L’intervento del governo consolida il legame tra scuola e territorio, promuove l’innovazione e l’internazionalizzazione, e rafforza la continuità con i percorsi dell’istruzione terziaria tecnologica. L’articolo 26-bis dispone che la riforma verrà introdotta a regime dall’anno scolastico 2026/2027 per le classi prime e si completerà nel 2030/2031 con le classi quinte. Inoltre a partire dal medesimo anno 2026/2027, gli istituti tecnici rilasceranno, a domanda degli studenti interessati, la certificazione delle competenze progressivamente acquisite ai diversi livelli intermedi sulla base di un modello di “certificato di competenze”. La riforma degli istituti tecnici sarà definita in un apposito regolamento adottato su proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze, acquisito il parere della Conferenza unificata. “Vengono introdotti – dice a ilfattoquotidiano.it Castellana – nuovi indirizzi e orari ma senza alcuna fornitura di strumenti concreti si rischia di sacrificare la formazione culturale e civile degli studenti nell’immissione al mercato del lavoro”. Contraria anche Fracassi: “È chiara la volontà di perseguire una precoce immissione degli studenti nel mondo del lavoro. Segnaliamo, inoltre, l’assenza di risorse aggiuntive e, anzi, il taglio di 560 posti dell’organico docente come risulta dalla stessa relazione tecnico finanziaria allegata al provvedimento”.

Il reclutamento dei docenti – Il provvedimento stabilisce l’integrazione delle graduatorie dei concorsi PNRR con i candidati risultati idonei, nella misura del 30% dei posti messi a concorso, e la costituzione di elenchi regionali degli idonei delle procedure concorsuali bandite dal 2020, da utilizzare per le assunzioni a partire dal 2026/27, seguendo il criterio cronologico, in caso di esaurimento delle graduatorie dei vincitori. Prevede inoltre la proroga al 31/12/25 delle assunzioni per i docenti inseriti in graduatorie concorsuali che verranno pubblicate dopo il primo settembre 2025 ed entro il dieci dicembre 2025, nonché l’obbligo, per tutti i docenti individuati per l’immissione in ruolo, di comunicare l’accettazione della sede entro cinque giorni dall’assegnazione, pena la decadenza dall’incarico conferito. Tra le novità, la costituzione di graduatorie ad esaurimento per gli idonei dei concorsi di educazione motoria per la scuola primaria e dello straordinario 2020; questa ultima verrà utilizzata nei limiti delle facoltà assunzionali residuali rispetto alle immissioni in ruolo necessarie al raggiungimento degli obiettivi previsti dal PNRR e, in subordine, alle assunzioni degli idonei del concorso ordinario. I vincitori che, in virtù della proroga delle assunzioni, verranno individuati dalle graduatorie pubblicate entro il 10 dicembre 2025, qualora conseguano l’abilitazione entro il 31 dicembre 2025, potranno essere assunti a decorrere dalla data di conseguimento della suddetta abilitazione e sostenere l’anno di prova. Una “sanatoria” che divide le sigle sindacali. D’Aprile usa il bastone e la carota: “Una misura positiva anche se tardiva. Infatti, se applicata già nell’anno scolastico 2024/25, come da noi più volte rivendicato, non avrebbe creato disparità tra docenti vincitori dello stesso concorso. Purtroppo la previsione del 30%, pur essendo positiva, penalizza gli idonei del 2020, per l’ennesima volta considerati in subordine rispetto agli idonei degli altri concorsi. Continuiamo a sostenere che tutti gli idonei vanno assunti, senza limiti ed eccezioni, rispettando l’ordine cronologico di graduatoria”. Positivo Castellana: “Tra i punti condivisibili sicuramente l’apertura parziale agli idonei dei concorsi PNRRcon un numero aggiuntivo pari al 30% del contingente approvato per quella classe di concorso e senza alcun limite temporale”. A bocciare il Governo ci pensa, invece, il sindacato di Landini: “Le misure adottate risultano nel complesso parziali e, per alcuni aspetti, contraddittorie e inefficaci. La proroga delle assunzioni al 31 dicembre 2025 causerà nuovamente un avvicendamento di docenti sulle classi ad anno scolastico già iniziato e ritardi su tutte le procedure connesse. L’integrazione delle graduatorie dei concorsi PNRR nella misura del 30% dei posti messi a bando, con priorità di assunzione rispetto alle graduatorie dei concorsi precedenti al 2023, è sbagliata e ingiusta sia per coloro che, pur avendo superato le prove concorsuali PNRR, eccedono la quota del 30%, che per gli idonei 2020 che verrebbero penalizzati dal differimento della loro immissione in ruolo”.

Novità per i dirigenti scolastici – Il provvedimento introduce due importanti misure a favore dei presidi: un incremento del Fondo unico nazionale pari a dodici milioni di euro in due anni e, per l’anno scolastico 2025/2026, una mobilità straordinaria che consente di coprire fino al 100% dei posti vacanti su base regionale, fatta salva la quota riservata al concorso in atto, offrendo così maggiori opportunità a chi è in servizio da anni.

Fondi per gli asili nido – 820 milioni di euro per l’attuazione del Piano asili nido destinato ai Comuni con livelli di copertura del servizio inferiori alla media nazionale del 33% nella fascia 0-2 anni, per garantire una maggiore equità territoriale e sostenere la conciliazione tra tempi di vita e lavoro.

Risorse per i libri di testo – Fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo per gli studenti in difficoltà economica. Il fondo verrà incrementato di un milione di euro, per l’anno 2025 e di tre milioni per ciascuno degli anni 2026 e 2027.

Disagio giovanile – Il decreto interviene anche sul fronte delle dipendenze e del disagio giovanile, con l’assegnazione al ministero dell’Istruzione e del Merito di un milione di euro, da destinare alla formazione dei docenti. Le risorse provengono dal Fondo nazionale antidroga.

Più funzionari – Il Decreto autorizza lo svolgimento su base regionale del concorso per 101 funzionari degli Uffici scolastici regionali. “Ciò comporta – sottolinea Gianna Fracassi – un consistente aumento dei costi per lo svolgimento del concorso, dagli iniziali 200.000 euro previsti nella legge di Bilancio 2025 a 1.620.000 euro per l’anno 2025 a cui si provvede con una corrispondente riduzione del Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche”.

Its Academy – Vengono allineati al livello universitario sia per il trattamento fiscale delle borse di studio, che saranno da oggi in poi esenti da tassazione con conseguente aumento di valore pro capite per gli studenti, sia il riconoscimento dei titoli e dei percorsi formativi svolti all’estero. Il decreto destina un milione di euro per favorire l’internazionalizzazione degli Its Academy nel 2025.

Misure per l’edilizia scolastica – Si introduce l’utilizzo dei ribassi d’asta e la semplificazione di varie procedure, tra cui quelle in tema di varianti. Aumenta il fondo di 20 milioni in due anni per le esigenze straordinarie sempre in tema di edilizia scolastica.

Formazione tecnologica – professionale – Viene istituita la figura di un dirigente amministrativo da collocare presso la nuova struttura tecnica istituita da Valditara per la promozione della filiera tecnologica professionale. I costi per l’istituzione di questa nuova figura (a regime 145.512 euro) vengono posti a carico del fondo dedicato al personale della scuola che conseguentemente risulta ulteriormente decurtato. “Misura assai discutibile sotto il profilo dell’utilità e delle modalità con cui la stessa viene finanziata”, dichiara la Cgil.

Carta docente – Viene estesa anche ai supplenti con contratto annuale, cioè quelli con incarico fino al 31 agosto. Tuttavia, la norma esclude esplicitamente i supplenti con contratto fino al termine delle attività didattiche (30 giugno). Una misura che non piace per nulla al segretario della Uil: “Abbiamo in questi mesi, sia tramite interlocuzioni con le forze politiche, sia attraverso il confronto con il ministero, rivendicato più volte l’estensione della carta docente anche al personale a tempo determinato al 30 giugno, inclusi gli educatori e gli Ata, e non ridurne l’importo”. Pessimista anche Fracassi: “Pur estendendo la possibilità di impiego della carta docente, di fatto dal prossimo anno se ne prospetta la riduzione dell’importo in quanto l’inserimento nella platea dei beneficiari dei docenti con supplenza annuale, a cui numerose pronunce giudiziarie hanno riconosciuto il diritto alla fruizione della carta, non è stato accompagnato da un incremento dei finanziamenti complessivi previsti per questa misura ma dal taglio dell’importo (attualmente di 500 euro) sulla base del numero dei docenti -di ruolo e non- che ne potranno fruire”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano, 4 giugno 2025