Riforma istituti tecnici, Gilda perplessa: “Si rischia di curare un male con un male peggiore”

Da “Orizzonte Scuola” del 6 dicembre 2023

La Federazione della Gilda-Unams attraverso una sua delegazione ha espresso, con una memoria inviata al Senato della Repubblica, 7^ Commissione Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, dubbi e pareri circa il disegno di legge S.924 sull’istituzione della filiera formativa tecnologico-scientifica.

Crediamo fortemente – si legge in una nota diffuso dal sindacato – che sia doveroso affrontare un dibattito rilevante per il futuro degli Istituti Tecnici e Professionali e siamo consapevoli della necessità di interventi legislativi che incoraggino un riequilibrio, nel sistema dell’istruzione, tra gli indirizzi liceali e quelli tecnico-professionali. A maggior ragione se partiamo da un evidente presupposto, quello di riconoscere che lo sviluppo economico e culturale della nostra società abbia bisogno anche di un’istruzione tecnica forte e soprattutto di qualità”.

Equilibrio che ad oggi troviamo riscontrabile nei Paesi più avanzati dell’Europa, primo tra tutti la Germania, e che ha caratterizzato per decenni anche il sistema nazionale italiano; fin quando con i durissimi tagli imposti dalla Riforma Gelmini, abbiamo assistito ad un collasso della formazione tecnica e professionale, come evidenziano i dati statistici ufficiali “, prosegue.

La Federazione Gilda-Unams ritiene tuttavia che “le sperimentazioni quadriennali siano irricevibili, nella misura in cui, a fronte di una legge che sia improntata sulla valorizzazione della qualità della formazione tecnica, si introduce un’abbreviazione dei percorsi che ha a che fare, ancora una volta, con politiche di tagli e non invece con la qualità”.

A nostro parere, quindi, si rischia di curare un male con un male peggiore “, aggiunge la Federazione sindacale guidata da Rino Di Meglio. “La Gilda-Unams ha apprezzato l’opportunità di partecipare al dibattito, ma ritiene che il disegno di legge S.924 debba essere rivisto, per far sì che il futuro dell’istruzione tecnologica e professionale in Italia sia più promettente “, conclude la Gilda.