Donazzan e il flop dei Licei Made in Italy e delle filiere tecnico-professionali

La FGU- Gilda degli insegnanti del Veneto ha pubblicato qualche giorno fa questo comunicato.

L’Assessore Donazzan della Regione del Veneto ha dichiarato la sua delusione per i numeri risicati per le candidature per l’avvio del Liceo Made in Italy e per la sperimentazione delle cosiddette filiere tecnico-professionali. In dicembre aveva affermato che la riforma dei quadrienni per i tecnici e professionali sarebbe decollata in Veneto prima che in altre regioni con il sostegno attivo della Regione anche come prefigurazione della futura riforma dell’autonomia differenziata.

La colpa del flop di questi giorni sarebbe, sempre secondo Donazzan, dei sindacati che remerebbero sempre contro qualsiasi innovazione per mantenere lo status quo.

La FGU-Gilda degli Insegnanti considera le affermazioni dell’Assessore sbagliate e strumentali  dimostrando la distanza tra le aspirazioni ideologiche di una politica che insegue i bisogni di breve periodo dell’economia e delle imprese del territorio e la realtà delle scuole e della loro consolidata organizzazione didattica che è alla base dell’offerta formativa pubblica e di qualità.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito si è mosso in ritardo e in maniera confusa procrastinando i termini per le adesioni obbligando i Collegi dei Docenti a riconvocarsi per aderire a un progetto fumoso e che non dava garanzie di tenuta in termini didattici e di serietà culturale.

La FGU-Gilda degli Insegnanti ringrazia tutte e tutti le colleghe e i colleghi e tutti i dirigenti scolastici che non hanno votato a favore del Liceo Made in Italy e alla sperimentazione della filiera tecnico-professionale. La loro presa di posizione è importante per consentire l’apertura di un dibattito serio sulle possibili riforme che non devono essere oggetto di propaganda politica o elettorale.

La FGU-Gilda degli Insegnanti invita tutte le colleghe e i colleghi a vigilare nel futuro per evitare che si rinnovino i tentativi di imporre dall’alto riforme che sono pensate e volute da chi poco o nulla capisce di scuola reale.